Dalla Siria terremotata un primo report delle Cvx locali
A CURA DI TIZIANA CASTI
Fotografie di p. Antuan Ilgit sj
Il terribile terremoto del 6 febbraio che ha investito la Turchia e la Siria ha reso la vita in quelle regioni, a noi care per tanti motivi, ancora più difficile.
Ho pensato che potesse essere utile dare voce a chi stava vivendo quella situazione. Ho così contattato le due ragazze della Cvx di Homs e Damasco che avevano partecipato al nostro convegno nazionale a Frascati nel 2015.
Dopo essermi rassicurata che stessero bene, mi sono fatta raccontare di quella notte e di tutte le conseguenze che il terremoto aveva portato. Ciò che è emerso in un primo momento è stata la sensazione di sentirsi abbandonati da parte del mondo occidentale.
Di seguito mi hanno messo in contatto con la responsabile della Cvx siriana che attualmente vive ad Aleppo. Subito il senso di gratitudine da parte loro per il nostro interesse e per il desiderio di aiutarli. Siamo rimaste in contatto per giorni anche grazie all’aiuto di Marios che ha proposto di formulare dei report periodici sulla situazione attuale e sui bisogni della popolazione siriana.
Questo è il primo, sapendo che presto ne arriveranno altri e che servirà tempo e continuità per dare un aiuto concreto.
Giovedì 9 febbraio 2023
Buongiorno a tutti, Signori e Signore
Due giorni fa, fino a tarda notte, ho avuto molti contatti con i membri della Cvx Group in Siria di Aleppo. Ancora oggi continuo a comunicare con loro per monitorare i danni e le necessità.
In questo momento difficile che viviamo dopo il disastroso terremoto, le necessità sono tante, l’afflizione è dolorosa, ma la misericordia e la gentilezza di Dio sono più ampie e più grandi di ogni orrore e dello shock che abbiamo vissuto.
Per quanto riguarda le case di alcuni membri, alcuni edifici sono stati completamente sgomberati, e altri, la maggior parte, attualmente presentano crepe nei muri pericolose per l’incolumità pubblica, sia all’interno della casa che nelle scale. C’è anche qualche danno nelle cisterne d’acqua all’interno delle case, che si sono spaccate e l’acqua si è riversata nel terreno.
Siamo in attesa che le commissioni specializzate rilevino con precisione la situazione, stimino i danni e la possibilità di vivere ancora dentro le case o lasciarle.
Per quanto riguarda le famiglie, alcune non potevano uscire per la presenza di persone anziane con la difficoltà di trasportarle, e alcune hanno lasciato le loro case in cerca di alloggi temporanei, o presso parenti o nella chiesa; alcuni hanno provato in affitto, alcuni si sono recati dove si sentono più sicuri piuttosto che stare qui, in attesa che le case vengano nuovamente restaurate e rese agibili da parte degli specialisti: questo potrebbe richiedere del tempo, da due a sei mesi, potrebbe essere di più o di meno, Dio solo lo sa.
Altri sono potuti rimanere nelle proprie case perché non ci sono stati danni che le rendono di pericolo pubblico. Dall’altra parte, alcune famiglie non sanno nulla della situazione della propria casa perché non sono ancora potute tornare, e sono ancora vestite nello stesso modo da quando sono partite lunedì scorso.
Abbiamo avuto una modesta iniziativa per una delle famiglie che ha espresso il proprio bisogno. Siamo riusciti a procurarci dei materassini e una piccola somma di denaro fornita da uno dei donatori della Cvx locale e ora cerchiamo delle coperte per loro.
Il più grande bisogno è quello di riparare le crepe e i danni alle case, di assistere al rientro, procurare cibo, coperte, materassi e così via.
In risposta alla richiesta di alcuni membri delle Cvx che hanno espresso il desiderio di servire la comunità, venerdì 10 febbraio abbiamo un incontro della Comunità Aleppo per studiare e capire come possiamo renderci utili e metterci al servizio dei centri di accoglienza, per aiutarci a vicenda.
Questo è un semplice riassunto dell’intera situazione attuale per i membri del nostro gruppo ad Aleppo.
Per quanto riguarda Homs e Damasco… non c’è nessuno che abbia lasciato la sua casa, hanno sentito la forza del terremoto, ma il suo impatto non è stato distruttivo e non ci sono danni.
Le comunità di Homs e Damasco hanno teso una mano aprendo le loro case per accogliere.
Il Monastero dei Padri Gesuiti a Homs, nel quartiere di Bustan Al-Diwan e nel quartiere di Al-Nuzha, ha aperto le sue porte come punto di lavoro per coordinare la ricezione degli aiuti, come cibo, roba da vestire e coperte, per distribuirli alle persone che venivano e trovavano alloggio e per le persone che mettono le loro case a disposizione.
C’è un bel coordinamento tra gli arrivi e gli ospiti. I padri gesuiti forniscono ogni tipo di generoso sostegno, come sempre hanno fatto.
Vi terremo aggiornati su eventuali novità che riceviamo per esigenze sul campo.
A nome di tutti e a nome mio personale, vi ringraziamo per il vostro gesto d’amore, per le vostre preghiere e il vostro sostegno in tutte le sue forme
Che stiate tutti bene
Uniti nella preghiera
Alla massima gloria di Dio
Antoniette Khaiat
Coordinatore Generale della Comunità di Vita Cristiana in Siria
Un piccolo aiuto
Per dare un aiuto concreto alla popolazione siriana, segnaliamo le seguenti coordinate. Attraverso di esse i frati francescani presenti sul territorio, sempre in prima linea nell’aiuto alla gente a prescindere dal credo religioso, faranno infatti sì che ogni contributo arrivi efficacemente a destinazione:
Bonifico Bancario:
PRO TERRA SANCTA NETWORK Banca Popolare Etica
IBAN: IT 04 U 05018 01600 000017145715
Causale: Emergenza Terremoto 23412
Per accedere direttamente al pagamento, è altrimenti possibile cliccare su questo link.