Costituita ASSI a Napoli, ente del terzo settore per nuovi orizzonti
DI ANTONIO CERVO
Mentre mi preparavo a scrivere queste righe, mi sono imbattuto nelle parole di Ernesto Balducci (scolopio toscano e alto maestro di spiritualità “controcorrente”). Parole profetiche, che mi hanno colpito nel profondo, fino a risolvermi che avrei desiderato utilizzarle per l’inizio di quest’articolo. Eccole.
“Il grande problema di oggi è di dare la parola ai poveri, di disimparare la propria lingua per far propria la lingua di coloro che non riescono ad avere udienza dal mondo”.
La costituzione di ASSI a Napoli
È in questo solco, infatti, che la Cvx “Gesù Nuovo” di Napoli si è voluta muovere, soprattutto nei mesi di discernimento che hanno preceduto la costituzione di A.S.S.I. (Associazione Sostegno Solidarietà Inclusione). Al di là delle questioni tecniche propedeutiche alla strutturazione di questa Ets (ente del terzo settore), quei mesi furono nevralgici perché partirono esattamente dal desiderio della Comunità di incidere di più nel tessuto sociale di Napoli, nonostante le diverse attività che la Comunità del Gesù Nuovo già portava e porta avanti.
ASSI per dare la parola ai poveri di Napoli
Ricercare una forma ulteriore (anche dal punto di vista giuridico) di attività principiava di fatto proprio da quei movimenti del cuore fotografati da Ernesto Balducci: il suo “dare la parola ai poveri” è desiderio di una nuova architettura, che metta al centro la povertà, in tutte le sue declinazioni, e il suo “far propria la lingua di coloro che non riescono ad avere udienza” ricalca la necessità di non limitarsi a registrare le (vecchie e nuove) forme di disagio ed esclusione (a mo’ di mero osservatorio socio-politico), ma significa “sporcarsi le mani”.
Emblematiche, a tal proposito, sono le quattro parole dell’acronimo, il cui “focus” aiuta ad avere un’istantanea di cosa sia ASSI e della sua missione nella città di Napoli.
Associazione
Contrariamente alle aspettative, proprio la prima parola rappresenta probabilmente molto più di un mero nomen iuris. Come accennato, alla base di tutto (sulla migliore scia della spiritualità ignaziana!), c’è stato un desiderio che la Comunità del Gesù Nuovo ha nei mesi messo a fuoco e portato alla luce: quello non solo di creare una struttura materialmente in grado di interagire meglio a livello sociale e amministrativo, ma pure di associare più persone, anche non provenienti dalla matrice di Comunità. In questo senso, ASSI ha voluto rappresentare in primis un’occasione di incontro fra persone e provenienze diverse, anche laiche, ma tutte unite da uno stesso filo rosso: cercare il “maggior bene” nel contesto cittadino in cui siamo.
Sostegno
La stretta correlazione fra ASSI e la Comunità di Vita Cristiana “Immacolata al Gesù Nuovo” di Napoli fa sì che la prima orienti il suo agire per il supporto alle attività e iniziative anche della seconda. In questo senso, la sinergia fra le due realtà intende assicurare la promozione di settori come la formazione extrascolastica, il contrasto alla dispersione e povertà educativa, la prevenzione del bullismo, nonché altre e sempre cangianti forme di bisogno sociale che sono in attesa di risposte. Ciò è reso possibile grazie alle collaborazioni e canalizzazioni di risorse che ASSI si propone di realizzare a questo fine.
Solidarietà
“L’appartenenza non è uno sforzo di un civile stare insieme. Non è il conforto di un normale voler bene. L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”.
Queste note di Giorgio Gaber possono aiutare forse a entrare bene nella terza parola.
L’appartenenza a cui faceva riferimento il cantautore milanese è ben lungi, infatti, dal “familismo del clan”. È lo squarcio visionario per legami più veri fra persone, la rifondazione di un’etica diversa da quella corrente, tramandataci nel tempo dalla logica neoliberista e postmoderna. All’ “ognuno fa per sé”, all’ “ognuno pensi a sé”, anche ASSI rilancia la necessità di una pre-occupazione per l’Altro, quale categoria umana ineludibile.
Ciò non solo nella consapevolezza che anche Napoli ha bisogno di questa logica nuova, specie in tante (troppe!) sacche buie della propria quotidianità, ma anche nella determinazione di venire incontro così a un preciso dettato costituzionale, incapsulato nel principio di sussidiarietà (artt. 117 e 118).
Ben lontano dall’essere la lettera morta di una norma di legge, per la Costituzione ogni cittadino deve sentirsi (anche tramite l’associazionismo e il terzo settore) responsabile della cosa pubblica, in quanto ciascuno è motore propulsivo (assieme allo Stato) per la tenuta e valorizzazione del bene comune.
Cosa sarebbero stati – se ci fermiamo un attimo a riflettere – tanti quartieri di Napoli (e d’Italia) senza il capillare aiuto delle associazioni, senza il sano protagonismo di uomini e donne desiderosi di “sporcarsi le mani” per l’Altro? Quanti ragazzi sono stati sottratti alla delinquenza, al malaffare, alla miseria più degradante, grazie all’opera di palestre, oratori, associazioni, presenti anche in posti dove lo Stato non riesce ad arrivare?
Inclusione
Punto di partenza fondamentale per i fratelli e sorelle di Comunità che hanno voluto imbarcarsi nell’avventura di ASSI è stato sicuramente il background di esperienze apostoliche vissute a più livelli e settori dalla Cvx di Napoli. Suo fiore all’occhiello sono stati e sono (da oltre 25 anni) i progetti Jonathan e Arcobaleno in favore soprattutto dei figli e delle famiglie di immigrati a Napoli, tramite il doposcuola quotidiano e le attività di supporto, anche ai genitori (non da ultimo, si è aggiunta la scuola di italiano per adulti).
L’impegno in queste realtà è scintilla non solo finalizzata a corroborare i progetti già in essere, ma volàno per esportare la logica dell’accoglienza e dell’integrazione anche su nuove frontiere. Del resto, come ci insegnano ogni pomeriggio i nostri ragazzi del doposcuola (provenienti da etnie e religioni spesso molto diverse tra loro), il mero affiancamento didattico ed extrascolastico è necessario, ma troppo spesso non sufficiente affatto ad attuare un’integrazione a 360 gradi.
C’è necessità anche di nuove e sempre cangianti forme di supporto (economico, umano, relazionale, ecc.). Soprattutto, c’è necessità di insegnare e contagiare chi ci è intorno ad avere occhi e mani nuove per intercettare e non respingere tutte le declinazioni vecchie e nuove di esclusione nei confronti di “chi non è come me”. Di qui passa obbligatoriamente ogni autentica rivoluzione che voglia dirsi “inclusiva”.
Il cammino di A.S.S.I. (intrapreso formalmente pochissimi mesi fa) intende battere una strada, fatta di orizzonti nuovi, originati da un desiderio comune, attraverso gli occhi e il cuore di chi ha guardato e continua a pre-occuparsi delle urgenze di chi ci è intorno, senza abbattersi, ma anzi immaginando squarci nuovi. Squarci che spesso impongono di abbattere muri (i muri alzati dalle nuove ideologie, dall’economia, ecc.) o di battere strade poco praticate dai più. Ma è questo, forse, che è alla base di ogni nuova narrazione del mondo che (soprattutto da laici ignaziani) vogliamo raccontare, di ogni nuovo linguaggio profetico da urlare a dispetto dei più. Del resto:
“Il linguaggio profetico è quello che denuncia l’inaccettabilità della città presente e descrive la città futura nella quale si sarà definitivamente avverata la coincidenza fra il possibile e il reale” (Ernesto Balducci).