43a Conferenza Annuale del Forum Europeo dei Gruppi Cristiani LGBTI+
Fino a che punto siamo disposti ad allargare la tenda?
DI CVX MARIAE NASCENTI
La Cvx Mariae Nascenti di Milano ha animato il workshop An Imaginative Contemplation prayer experience – Ignatian Spirituality nell’ambito della 43a Conferenza Annuale del Forum Europeo dei Gruppi Cristiani LGBTI+ che si è tenuta a Gazada, Varese, dall’8 al 12 maggio 2024.
Questa conferenza si tiene una volta l’anno in un diverso Paese europeo e attrae un numero considerevole di persone di diverse nazionalità e di tutte le confessioni cristiane. Ciò le attribuisce un rilevante carattere internazionale ed ecumenico. La conferenza 2024 ha avuto come tema “Memoria e profezia” ed è stata guidata dal versetto biblico “Allarga lo spazio della tua tenda” (Isaia 54,2).
Cvx Milano e Gruppi Cristiani LGBTI+
In questo quadro, considerata la vicinanza geografica della sede, la Cvx di Milano è stata invitata a portare un contributo alla conferenza. Da questo invito è scaturito un percorso di conoscenza grazie ad alcuni momenti di incontro tra alcuni esponenti delle due comunità. Il percorso è stato puntellato anche da brevi momenti di coinvolgimento e di aggiornamento all’interno della Cvx e da un incontro a valle del convegno di Catania di settembre 2023 dedicato alle “sfide dell’amore”. Questo percorso non è stato pianificato: è stato un percorso di avvicinamento relazionale e spirituale.
A inizio 2024 è iniziata la preparazione del momento di incontro all’Euroforum e la decisione è stata quella di condividere un’esperienza che mettesse in luce le peculiarità della spiritualità ignaziana, cifra distintiva della Cvx.
La contemplazione immaginativa
Il gruppo di lavoro ha proposto un’esperienza concreta di preghiera guidata attraverso la contemplazione immaginativa. Il discernimento sul brano da proporre, che doveva richiamare il tema “memoria e profezia”, ha portato a individuare il brano dell’incontro tra i due discepoli e Gesù lungo la strada per Emmaus (Luca 24, 13-35).
L’incontro ha accolto molti partecipanti, anche privi di esperienza di contemplazione immaginativa. Nella fase di condivisione gli interventi sono stati numerosi ed è emersa la ricchezza del dialogo con Dio ispirato dal testo: la forza del metodo ignaziano ha creato un terreno di dialogo immediato, profondo e fraterno. È emersa una pluralità di emozioni, immagini, dialoghi con il Signore. La relazione è stata aperta, il dialogo e la condivisione sono stati sperimentati a un livello diverso, attraverso un intenso momento di preghiera e spiritualità.
Cosa ne abbiamo tratto?
Innanzitutto, il forum con il suo ecumenismo costituisce una prova della possibilità di superare gli steccati tra le diverse confessioni cristiane. In secondo luogo, questa esperienza ha rappresentato per la comunità Cvx Mariae Nascenti un’opportunità di crescita, seppure iniziata da una sollecitazione esterna, che diremmo casuale.
A livello personale probabilmente tutti i componenti della Cvx di Milano possedevano già relazioni positive con persone LGBTI+, di amicizia, parentela, conoscenza, lavoro. Ma il livello di comunità, e in particolare di Cvx, ha avuto implicazioni importanti: è stato un passo in quel cammino di apertura al mondo (strano a dirsi che ce ne sia bisogno…) che la Cvx vuole fare in una dimensione comunitaria.
Quali interrogativi ulteriori?
Nella vita personale è naturale condividere il lavoro e l’amicizia con persone LGBTI+, mentre condividere con loro l’esperienza spirituale e di cammino comunitario richiede delle riflessioni, delle puntualizzazioni, apre delle preoccupazioni. Siamo al paradosso che il nostro appartenere alla Chiesa cattolica crea in noi delle divisioni interiori. La fede in Cristo, che ci dovrebbe sostenere nell’accogliere chiunque (su questo il Vangelo è un faro) diventa l’ostacolo. È mai possibile?
La Cvx è pronta ad accogliere persone portatrici di eterogeneità, e quelle LGBTI+ ne sono già parte. Noi facciano nostro l’approccio di papa Francesco a tenere la porta aperta, ad “allargare la tenda”. Abbiamo infatti “allargato lo spazio della tenda” e oggi vogliamo accogliere con naturalezza tutte le persone, di cui riconosciamo la preziosa unicità. Ma davanti a quali delle aspettative delle comunità LGBTI+ smetteremo di allargarla? E fino a quando riterremo di avere il controllo sulla forma e la capienza della tenda?