3 Dicembre 2024
LMSPercorsi formativi per giovaniRiflessioni sul Vangelo

Trasfigurazione di Gesù (Cammino di Pietro n. 7)

Cammino di Pietro: settima unità. Trasfigurazione di Gesù, “Maestro è bello stare qui” (Lc.9, 28-36)

La Trasfigurazione di Gesù

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosé e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Trasfigurazione di Gesù. Analisi del testo

Il brano segue cronologicamente quello della cosiddetta “confessione di Pietro”. Abbiamo appena visto Pietro esaltato, perché indovina la verità su Gesù (tu sei il Figlio di Dio), e nello stesso tempo umiliato perché dimostra di non capire il senso di ciò che dice. La divinità di Gesù sarà infatti dimostrata nella sua tragica passione. Gesù con l’episodio della “Trasfigurazione” offre a Pietro la possibilità di vivere un’esperienza molto forte della sua Gloria: anticipo di ciò che avverrà nell’ultima settimana della sua esistenza terrena. Nell’oscurità della sequela (non tutto infatti è chiaro ai discepoli di allora e ai discepoli di oggi), Gesù offre di vivere delle forti esperienze spirituali. Non sono tutto, non spiegano tutto, ma costituiscono autentiche boccate d’ossigeno, soste che rinfrancano, per un cammino che comporta tensioni, scontri, sacrifici. Momenti così belli che non si vorrebbe passassero più. “Maestro è bello stare qui”.

Nello splendore della Gloria, Gesù appare luminoso. A guardarlo così, il cuore si riempie di gioia e si finisce per diventare come Lui: il volto diventa luminoso, così come luminoso apparve agli ebrei il volto di Mosè dopo che questi era rimasto sul Siani a contatto con Jahwé. E’ la luminosità che emana dalle buone opere, dall’osservanza fedele della Legge che illumina il cammino di ciascuno e lo guida con sicurezza nelle vie della promozione della giustizia e della dignità dell’uomo e della donna. Accanto a Gesù non a caso appaiono Mosè ed Elia. Se Mosè ricorda lo splendore che accompagna la fedeltà alla Legge, Elia ricorda la luce di speranza che viene dalla parola dei profeti. Quei profeti, che avevano esortato il popolo a praticare la giustizia e l’amore per i poveri, che avevano annunciato il Messia capace di rendere finalmente facile l’osservanza della Legge di Mosè. La pratica dell’amore (Legge) e la speranza esigono però un ritorno alla vita di sempre. E’ quella il banco di prova per l’autenticità delle forti esperienze spirituali.

Trasfigurazione di Gesù. Domande per l’attualizzazione

1. Può essere capitato anche a te che in questa o quell’altra esperienza di gruppo, al campeggio, in gita, entrando in una Chiesa, in un ritiro, hai sentito Dio veramente vicino, ti sei sentito amato da Lui e ti è sembrato di toccare il cielo con un dito. Hai qualche esperienza da condividere?

2. A volte può venire il dubbio che nelle cosiddette esperienze spirituali uno non incontri altro che la propria fantasia che svolazza. Quale criterio abbiamo che ci certifica che si è veramente incontrato il Signore? Pare che tutto si possa riassumere nei cambiamenti visibili nella vita di ogni giorno: se si è capaci di affrontare con coraggio le difficoltà di sempre, se si trova la forza di essere più attenti e fedeli ai bisogni dei poveri. Sei d’accordo? Quando possiamo dire di aver fatto una vera esperienza di Dio?

3. Mosè ed Elia ricordano tutta l’importanza del messaggio della Legge (i 10 comandamenti) e delle parole di speranza dei profeti. Ogni gruppo ha le sue regole. Anche il popolo di Dio ha le
sue. Prova a ripetere i dieci comandamenti e a verificarti su ciascuno di essi e poi confrontati con i compagni di gruppo. Emergeranno certamente luci ed ombre, l’importanza di certe regole e la pesantezza di altre. La legge smaschera il nostro egoismo, indica la via del rispetto e della promozione della dignità umana ma non dà la forza sufficiente per attuare le cose: non è capace di farci superare gli scogli di egoismo che affiorano continuamente. I profeti invitano a sperare. Leggi in proposito Geremia cap. 31,31-34 dove si parla di “nuova alleanza” (= Nuovo Testamento) ed Ezechiele cap. 36, 24- 28 (promessa dello Spirito Santo).

Trasfigurazione di Gesù. Spunti per la preghiera

Gesù ci invita ad essere luce
Gesù ci dice:
“ Io sono la luce del mondo … voi siete la luce del mondo.
Non si accende una luce per metterla sotto il tavolo , ma sopra il candelabro, perché illumini tutti…”
Ho visto una luce brillare dentro di me, negli altri, nel mondo e questa luce è amore … Ora sono in cammino per raggiungerla e restare nella luce.
Signore, donami di essere luce.
Non permettere che aumenti l’oscurità, attorno a me.
Aiutami a non disilludere coloro che mi cercano, aiutami ad avere pazienza con quelli che hanno difficoltà nell’esprimersi, aiutami a non spegnere in nessuno la fiammella ancora fumigante, aiutami a non scoraggiare quelli che cercano in me una scintilla della tua luce, aiutami a stendere la mano a quelli che hanno fiducia in me, aiutami a dare la vita ed a promuoverla, aiutami a non calpestare mai quelli che sono caduti e chiedono aiuto per rialzarsi.
Non permettere che io sia un fatalista, uno sconfitto, uno sfiduciato, un pauroso, ciò sarebbe nascondere la tua luce sotto il tavolo.
Signore, fa irradiare dai miei occhi il tuo chiarore, la tua luce, fammi sorridere del tuo sorriso, perché gli altri possano scorgere, stampata nel mio volto, la gioia del redento, la certezza di non essere schiavo, né mendico, la speranza fiduciosa di coloro che possiedono una promessa di
vita eterna, perché gli uomini che mi vivono accanto sentano nel mio essere la tua forza, sentano in me la tua immensa bontà.
Signore aiuta tutti noi, perché ogni nuovo giorno ci trovi a contemplare con maggiore gioia la tua verità, la tua salvezza ;
ci trovi più che mai certi della tua speranza, perché con te nulla è tenebra, nulla porta alla disperazione, nulla può mai scoraggiarci.
Insegnaci che con te, Signore, tutto si trasforma in salvezza, perché in te, qualsiasi strada, per quanto disorientante possa sembrare, ci dimostra la tua bontà e ci conduce alla salvezza.
Aiutaci a vivere intensamente in ogni momento, a lavorare gioiosi nelle costruzione di questo mondo, a non perdere di vista la nostra condizione di pellegrini, irradieremo così, attorno a noi,
la tua luce, la tua gioia, il tuo ottimismo, il tuo amore, la tua salvezza. AMEN.

IL “ CREDO” DELLA PREGHIERA

Noi crediamo
che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera.
Noi crediamo
che Gesù Cristo, dandoci il “Padre Nostro”, ha voluto insegnare
Che la preghiera è amore.
Noi crediamo
che la preghiera
non ha bisogno di tante parole, perché l’amore si esprime Soprattutto nei fatti.
Noi crediamo
che si può pregare tacendo,
soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama, la sofferenza è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama.
Noi crediamo
che non sapremo mai pesare l a validità
della nostra preghiera,
ma sentiamo di pregare,
se cresciamo nell’amore,
se cresciamo nel distacco del male,
se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.
Noi crediamo
che impara a pregare
soprattutto chi impara a tacere davanti a Dio.
Noi crediamo
che impara a pregare soprattutto chi impara
a resistere al silenzio di Dio.
Noi crediamo
che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera.
Noi crediamo
Che chi impara a pregare impara a vivere.

(P. Andrea Gasparino)

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